Cos’è la manipolazione e come riconoscerla
La manipolazione psicologica è un’autorità emotiva verso l’altra persona, con lo scopo ben preciso di alterare la personalità altrui, fino ad arrivare all’abuso psicofisico. L’intenzione del manipolatore è la gratificazione dei propri bisogni, in maniera egoistica e ignorando completamente i sentimenti dell’altro, senza curarsene del danno che può creare.
Naturalmente si tratta di un’attrazione di due individui i quali hanno bisogno l’uno dell’altro “vittima e carnefice”, sono i bisogni di entrambi a creare un gioco pericoloso a scapito della vittima. Quest’ultima possiede una bassissima autostima di sé, la quale necessita di avere una guida, dall’altra parte un forte bisogno approvazione del suo essere, portando lo stesso a un meccanismo spregevole verso la propria vittima, spesso è l’uomo verso la propria partener, molto raro il contrario, la manipolazione avviene tra i componenti della famiglia, tra colleghi e datore di lavoro, tra amici in genere c’è sempre quello debole che subisce, sono svariate le possibilità del manipolatore nel cercare la propria vittima. Si tratta di un personaggio dominante e calcolatore, con tecniche ben studiate per raggiungere il proprio fine di esaltazione personale, senza badare al dolore che crea verso l’altro. Molto difficile da smascherarlo perché utilizza mezzi immorali.
Il manipolatore in genere si propone come un tipo rispettoso, attento, premuroso, disponibile, un modo per entrare in empatia e utilizzare le debolezze dell’altro al proprio scopo. Possiede alcuni tratti della propria personalità come: cinismo non considerando i principi etici e morali; narcisista tipico di chi è determinato, ambizioso, dominante sentendosi superiore; psicopatico impulsivo, ricerca di eccitamenti malsani.
Approfittando delle debolezze della persona che vuole manipolare, la stessa inizia a sentirsi inadeguata e calare la propria autostima fino ad annientarla, la continua autorevolezza del manipolatore portano il manipolato ad isolarsi anche dalle persone care, sentendosi in quelle emozioni di dominio come: paura; rabbia verso se stesso; insicurezza; frustrazione; accettando la visione manipolatrice che le viene imposta. Pertanto cerca di evitare situazioni che potrebbero sfociare in violenza; a non disapprovare il dominio ricevuto; cercando di non deludere le aspettative imposte; non ammettersi di aver sbagliato e idealizzato il suo carnefice.
Il manipolatore sa bene come usare le tattiche per arrivare alla propria esaltazione, con queste tecniche: facendo leva sui punti deboli ricattandola emotivamente; intimidazione e minacce; isolandola da tutti gli affetti cari; distorcere la realtà a proprio vantaggio e portando la vittima all’indebolimento; colpevolizzandola anche di cose inesistenti.
Quando si creano queste situazioni diventa difficile uscirne, anche perché si instaura un gioco perverso di bisogni personali e prenderne consapevolezza lucida diventa quasi impossibile. Il modo più giusto per uscire da questo “incubo” è quello di prendere tutta la propria forza e allontanarsi il più possibile, lasciando andare tutte le paure di eventuali conseguenze. Smettere di giustificare i comportamenti subdoli, scuse e promesse inutili, cercare di interrompere questi metodi evitando di ascoltare e dargli peso sapendo che non porteranno a niente di positivo.
Spesso la vittima essendo così condizionata, cerca di chiedere aiuto allo stesso carnefice cosa più sbagliata da fare, ne approfitterà ancora di più di certe debolezze. Per uscirne al meglio è importante dimostrare la propria forza, senza fargli capire quali siano i propri piani di allontanamento. Per poter fare questo è necessario avere l’appoggio di un professionista esperto, il quale possa dare tutti i suggerimenti per poterne uscire senza troppe difficoltà e danni psicofisici.
Massimo Falegnami